Lo sguardo sempre rivolto al futuro, per poter continuare sulla strada del miglioramento continuo. Basta scorrere il flusso di notizie per accorgersi dell’attitudine della Fondazione Poliambulanza, vincitore della prima edizione dei Kaizen Award nella sezione organizzazioni sanitarie (a pari merito con l’Azienda Ospedaliera – Universitaria Senese). Poliambulanza, infatti, è il primo ospedale nella penisola a dotarsi dell’innovativo sistema Leksell Gamma Knife Icon di Elekta, l’ultima evoluzione tecnologica nel campo della radiochirurgia stereotassica. Un esempio dell’attenzione che la struttura bresciana, ospedale privato no profit, mette nella cura dei suoi pazienti. Per farlo Fondazione Poliambulanza ha messo in campo, nel corso degli anni, più progetti di miglioramento continuo. Ma la chiave per il successo è stata, come sempre, il coinvolgimento delle persone. Sono loro, infatti, a rappresentare il vero motore del cambiamento.

Andiamo ad analizzare più nel dettaglio il lavoro svolto da Poliambulanza. Partendo dal maggio 2016, quando nella struttura è stato attivato un nuovo blocco operatorio polifunzionale dotato di tecnologie 4K, in ultra Hd, costituito da 10 sale operatorie, delle quali due predisposte per ospitare apparecchiature radiologiche e attività robotica. Il percorso chirurgico del paziente è diventato così interamente informatizzato, tutte le attività pre, intra e post operatorie sono state integrate per rendere più sicuro il percorso del paziente. Il focus iniziale si è concentrato sui due reparti a più elevata attività: Chirurgia Generale e Ortopedia. I risultati ottenuti dal percorso di efficientamento effettuato sono così riepilogabili: miglioramento del 24% del lead time del paziente “campione” (ortopedico ad alta complessità), aumento del 56% dell’indice di flusso in reparto (valutazione medico infermieristica).

«Il nostro metro di valutazione e di giudizio è sempre il paziente – ricorda Umberto Cocco, direttore operativo Fondazione Poliambulanza –. Tutto quello che facciamo ha come obiettivo aumentare ciò che il paziente vive come suo valore. Abbiamo lavorato sui tempi morti, sulle attese inutili: ambiti nei quali era possibile migliorare. Così siamo riusciti ad eliminare degli “sprechi” di tempo». Vai ai «muda», per dirla in termini Kaizen. Con un’attenzione alla persona che giocoforza diviene ancor più fondamentale quando si parla di assistenza ospedaliera. «L’obiettivo di ogni chirurgo è quello di operare il maggior numero di pazienti – conferma Edoardo Matteo Rosso, direttore del dipartimento chirurgico –. Per poter fare questo l’ottimizzazione dei flussi e delle liste operatorie è fondamentale. Grazie a diversi progetti abbiamo potuto aumentare in numero significativo e quantificabile il numero di pazienti operati».

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