Garage DevOps

 

Tre specialisti di settore, un professionista Kaizen, tre testimonial di successo e 50 partecipanti riuniti all’Italia Garage Custom di Milano per parlare di DevOps, trasformazione digitale e Kaizen.

Si è tenuto il 13 marzo l’esclusivo evento organizzato da Kiratech, Red Hat e Microsoft nella location di Italia Garage Customs di Milano, lo storico ex distributore Agip, oggi adibito da Lapo Elkann ad atelier per l’allestimento di vetture su misura affiancato da un ristorante gestito dallo Chef Carlo Cracco.  Il focus è stato sulla metodologia DevOps come protagonista assoluta della trasformazione digitale aziendale e come driver per accrescere la competitività aziendale e ridurre il time to market.

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Cos’è DevOps?

Il termine DevOps deriva dalla contrazione inglese di development e operations ed è una metodologia di sviluppo del software che punta alla comunicazione, collaborazione e integrazione tra sviluppatori e addetti alle operations dell’information technology.

 

DevOps

 

La caratteristica principale del movimento DevOps è il forte sostegno verso la standardizzazione e automazione delle fasi di sviluppo e test delle soluzioni, la integrazione del testing, e lo sviluppo integrato Continuous development  e lo continua integrazione delle soluzioni Continuous Integration . DevOps mira a cicli di sviluppo integrati, rilasci frequenti, minori rilavorazioni. DevOps è quindi un cambio di paradigma che ha impatto anche sulla organizzazione per supportare una maggiore collaborazione tra le molteplici funzioni coinvolte.

 

 

 

I testimonials

In un evento DEvOps non si può che partire da chi è in prima linea nell’ottenere risultati di business attraverso lo sviluppo DevOps di SW e infrastruttura. Tre importanti testimonial hanno formato il Customer Panel: Piergiorgio Spagnolatti, Head of Infrastructure di Banca Popolare di Sondrio, Michele Cappellini, CIO di MailUp e Marco Giacomello, Enterprise Architecture Manager di Insiel S.p.A.

 

 

Priorità strategiche e roadmap per l’evoluzione DevOps

Come ci ha raccontato Spagnolatti, la Banca Popolare di Sondrio pur avendo tra le priorità strategiche quelle legate all’availability e alla sicurezza (tipica del settore Bancario), ha raccolto come primi risultati dell’applicazione di DevOps, una riduzione del time to market a pochi giorni, sempre garantendo la compliance con l’impianto  normativo a protezione della privacy e della tracciabilità e sicurezza. Questi requisiti non sono intesi come un impedimento burocratico ma come una componente del valore erogato ai clienti e quindi costituiscono un’importante requisito di qualità.  La strategia di applicazione è stata quella di partire sui progetti nuovi con DEvOps, lasciando quelli “vecchi” ancora in modalità tradizionale. Il prossimo obiettivo da raggiungere sarà la creazione di una cultura collaborativa.

Realtà diversa è Mailup che nasce come start up e quindi possiede già una forte cultura collaborativa. La priorità strategica per la piattaforma digitale è la riduzione del time to market , funzionale alla strategia di crescita post quotazione in Borsa, per sostenere un numero di rilasci sempre crescente nelle diverse sedi. Con l’utilizzo di DevOps si è arrivati ad una riduzione del time to market con una media di due rilasci a settimana.

Anche per Insiel Spa, azienda ICT in house della Regione Friuli Venezia Giulia che garantisce la coerenza e l’evoluzione del sistema informativo integrato regionale, l’obiettivo è la riduzione del time to market e l’aumento della qualità. Al momento DevOps viene utilizzato sui nuovi prodotti e la sfida principale resta sul creare una cultura collaborativa su larga scala.

 

 

Container e microservizi

La metodologia DevOps e l’utilizzo dei container e dei microservizi sono diventati ormai dei business driver fondamentali che aiutano le aziende durante il digital tranformation journey ad essere competitive e a ridurre il time to market. Microsoft e Red Hat hanno presentato gli strumenti abilitanti per il continuous deployment e la continuous delivery.

 

Kaizen e DevOps

Durante lo speech con Bruno Fabiano, Founding Partner di Kaizen Institute, e Marco Bizzantino, CTO di Kiratech, è stato fatto un parallelo tra la metodologia DevOps e Kaizen.

Sono molti i punti in comune tra la metodologia DevOps e Kaizen, nonostante nascano in due settori molto diversi tra loro. La metodologia DevOps supera la divisione tra la creazione di codice e lo sviluppo della infrastruttura IT con team integrati ed un rilascio continuo. In questo modo tende a creare: flusso, sincronizzazione e livellamento, tre elementi tipici di un processo industriale ad alte performance che usa Kaizen per migliorarsi continuamente. L’adozione del modello incrementale, in contrasto con il tradizionale modello a cascata, comporta minori modifiche, anche se più frequenti, con minore impatto e rischio:  come ci mostra la clessidra Kaizen.

 

 

L’accresciuto coordinamento dei rilasci riduce le distanze tra sviluppo e gestione. L’automazione assicura la facile ripetibilità dei rilasci e riduce gli errori nell’operazione. La filosofia DevOps ricorda molto la adozione del Just in Time nelle aziende manifatturiere in cui la eliminazione dei Muda (attività non a valore) sul flusso dei materiali riduce il Lead Time ed aumenta la produttività e la Qualità.

Eliminare i muda per creare il flusso

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Possiamo concludere che la vera sfida per tutte le organizzazioni digitali sta proprio nel cambiamento culturale e non più negli strumenti che evolvono a passi da gigante. Esattamente come avviene nelle trasformazioni Kaizen in aziende industriali.

È necessario coinvolgere il management da subito nella definizione della visione industriale con indicatori chiari (KPI)  di Costo, Delivery (tempo) e Qualità e costruire una roadmap che consenta di realizzare anche i cambi organizzativi necessari. In questo contesto il ruolo di Kaizen Institute a fianco dei partner tecnologici è proprio quello di guidare il cambio culturale attraverso dei “ Cantieri Management” mantenendo la rotta verso l’aumento del valore per il cliente e la riduzione dei Muda (attività non a valore), mantenendo indipendenza rispetto alle soluzioni tecnologiche e di piattaforma utilizzate.

La roadmap per il cambiamento culturale e di performance è fatto da due programmi: progetti breakthrough e daily kaizen all’interno dei “team naturali”.

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Scarica la presentazione di Bruno Fabiano.

Scarica la presentazione di Marco Bizzantino