Il 29,5% del cibo che viene messo nei piatti delle mense scolastiche non viene mangiato: un dato allarmante che fa sì che ogni giorno vengano buttati nella spazzatura moltissimi alimenti ancora integri.

Ma come fare per ridurre la quantità di cibo buttata via dalle mense scolastiche?

Semplice, basta pensare al problema in ottica Kaizen: individuare gli sprechi e generare idee per eliminarli e migliorare ogni giorno di più a piccoli passi.

È quello che stanno iniziando a fare moltissime scuole in tutta Italia sulla spinta del ddl contenente le “norme per la limitazione degli sprechi, l’uso consapevole delle risorse e la sostenibilità ambientale”. Per questo sono state implementate diverse azioni per contrastare gli sprechi ed eliminarli: dalla ridistribuzione del cibo avanzato alle associazioni di volontariato fino a programmi di educazione alimentare destinati ai bambini e alle loro famiglie. Soluzioni che hanno portato ad una prima riduzione degli sprechi in molte mense scolastiche.

Nelle mense scolastiche ai bambini viene consegnato un astuccio lavabile e riutilizzabile, per consentire di trasportare e conservare cibi per la merenda o da portare a casa.  Il progetto pilota è partito a Milano, dove nel 2014 sono state consegnate in via sperimentale più di diecimila Doggy Bag. Sulla scia del successo di quest’esperienza, l’utilizzo di questi astucci “salva cibo” si è esteso a altri comuni italiani.

Nella foto l'astuccio "Io non spreco" della Camst.

Nella foto l’astuccio “Io non spreco” della Camst.

 

L’obiettivo è far maturare nei bambini la consapevolezza sul cibo, sull’ambiente e quindi sui problemi generati e collegati agli sprechi in generale.

«La cosa incredibile è che da quando abbiamo iniziato anche i bambini si sentono responsabili e mangiano di più. Abbiamo registrato un piccolo aumento di consumo soprattutto per quanto riguarda frutta e pane», spiega Giampiero Monaca, insegnante della scuola primaria Rio Crosio di Asti e tra i promotori dell’iniziativa nella sua scuola. «Questa è la vera educazione alimentare: insegnare ai bambini a mangiare bene per nutrirsi, a non buttare ciò che è stato prodotto per diventare cibo, tanto più se c’è qualcuno che intanto ha fame».

Individuare gli sprechi e trovare idee per eliminarli è una buona pratica che può migliorare qualsiasi processo, anche quello legato alla sostenibilità ambientale e all’educazione alimentare dei nostri figli. Kaizen, «cambiare in meglio» è un’attitudine naturale, presente in ciascuno di noi. Infatti, ovunque la vita ci porti, iniziamo a lavorare incessantemente per cambiare in meglio la nostra condizione, quella di chi ci sta vicino e poi della società, l’ambiente.

D’altronde come sostiene il fondatore del metodo Kaizen Masaaki Imai: “Kaizen presuppone che ogni aspetto del nostro vivere- sia in ambito lavorativo, sociale o familiare- meriti di essere migliorato”.

 

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