elia_potenteTrasformare un periodo non facile in un’opportunità per crescere. Con la capacità di mettersi in gioco per continuare a migliorare. Per chi come noi racconta l’attitudine Kaizen a 360 gradi, nel lavoro come nella vita di tutti i giorni, la testimonianza di Elia Potente, capo reparto saldatura e stampaggi di Emak Pozzilli, è un perfetto tassello del racconto. Quarantadue anni e due figli, Elia ha saputo cambiare verso alla crisi del settore automotive che ha coinvolto anche l’azienda in Val di Sangro dove era direttore di stabilimento. «Ho capito quanto fosse importante ampliare le mie conoscenze e competenze, al di là di avere un buon impiego e una buona esperienza lavorativa che già possedevo. Così la crisi, in fondo, si è trasformata in un’opportunità». Elia si è iscritto al corso triennale in Economia e management dell’Università di Chieti e Pescara: a ottobre 2017 si è laureato, pronto a continuare gli studi per la magistrale.

Proprio con l’inizio degli studi si è aperta un’altra occasione: l’assunzione alla Emak di Pozzilli. Una realtà di cui vi abbiamo già parlato: dimezzamento del valore di stock del 50%, abbattimento del tempo di attraversamento, dallo stampaggio fino alla linea di assemblaggio, da 22 a 6 giorni. Due obiettivi prefissati, due risultati raggiunti dal programma di Kaizen Institute Italia nello stabilimento in provincia di Isernia. L’incontro con l’attitudine Kaizen è servito da spunto per Elia. «Kaizen è stata un’esperienza formidabile. Mi ha dato risposte ad alcune esigenze che già avevo sentito nel corso degli anni passati come direttore di stabilimento: è statala realizzazione pratica di alcune idee che avevo da tempo. In Emak i risultati sono stati immediati ed evidenti. Kaizen ha dato una mano a me nella gestione e a tutti i ragazzi che lavorano qui. In officina si diventa più produttivi e si opera con una maggiore serenità». 20171030_104541

Ma Elia ha trovato Kaizen sulla sua strada contemporaneamente in due occasioni. Non solo sul luogo di lavoro, ma anche nei manuali che gli venivano proposti durante il corso di laurea. E da qui è nata l’idea di mettere Kaizen al centro della tesi di laurea. «Il mio professore di tesi ha accettato la proposta – ricorda – ed è così che ho messo insieme parte teorica su Kaizen e l’esperienza in Emak». Ecco quindi che lo scorso ottobre è stata discussa la tesi. «Il Kaizen costing: il caso Emak Pozzilli». Un’attitudine utile per risolvere problemi in azienda e, perché no, anche all’Università. Non si tratta dell’unico caso che vede Kaizen protagonista dei lavori dei laureandi. Magari in modi diversi: per Giulia Bergamaschi la scintilla è stata il viaggio di laurea in Giappone. «Tutto è nato dal mio viaggio di nozze in Giappone – ci aveva detto – Là ho notato un altro concetto di lavoro e della sua organizzazione. Facendo delle ricerche mi sono imbattuta nell’approccio Kaizen, che utilizza lo strumento della formazione. Così quando sono tornata in Italia ho preso contatti con il Kaizen Institute di Bologna». Mentre per Laura Strada galeotto è stato un articolo su un sito che racconta l’innovazione. «Leggendo l’articolo su Tognola e Toyota mi sono imbattuta, ancora una volta, nel concetto di Kaizen. Mi sono incuriosita e ho approfondito la questione. Ho scoperto che c’erano tante realtà aziendali che già utilizzavano strategie Kaizen in Italia. Da là ho pensato di farci la tesi, ne ho parlato col mio relatore e poi ho preso contatto con Kaizen Institute». Spunti diversi, un unico risultato. A dimostrazione di quanto Kaizen serva prima di tutto nell’esperienza quotidiana. Ecco la tesi di Elia Potente consultabile per intero.