«Bisogna saper cambiare quando le cose vanno bene. Magari vincendo qualche logico dubbio o timore». A dirlo è Andrea Cocchi, 51 enne amministratore delegato di Carpigiani, azienda leader nella produzione di macchine per fare il gelato, vincitrice della prima edizione dei Kaizen Award nella categoria «grandi organizzazioni». Dalla sede storica di Anzola dell’Emilia alle filiali sparse nel mondo: per mantenersi leader bisogna arrivare prima degli altri. Cocchi è dell’azienda anche memoria storica. Un racconto che corre da sempre sul filo dell’innovazione. «Sono entrato in Carpigiani 19 anni fa e ben ricordo ancora lo stupore nel vedere l’evoluzione che c’è dietro alla riuscita di un buon gelato. Innovazione nei macchinari, negli ingredienti. Una grande creatività che continua ad avere il suo sfogo: ancor oggi noi depositiamo ogni anno decine di brevetti. E l’attitudine al cambiamento, al miglioramento è scritta nel Dna aziendale».

La carta d’identità di Carpigiani racconta di un fatturato che tocca i 150 milioni di euro – e arriva per l’85% dall’export – 550 dipendenti. Una macchina su due per il gelato, nel mondo, è Carpigiani. Ma più dei numeri a dimostrare la forza dell’azienda c’è una ricerca fatta dal Comune di Bologna e affidata al professore dell’Alma Mater Roberto Grandi. Si indagava su come veniva letta su Google «la Dotta»: e si è scoperto che l’abbinamento più cliccato non è – come si potrebbe immaginare – con i tortellini o le tagliatelle, ma con il gelato. E sotto non può che esserci lo zampino di Carpigiani.

Ma risultati che per molti sarebbero uno straordinario punto di arrivo, per l’azienda emiliana sono solo l’alba di domani. «Nei prossimi anni – ricorda Cocchi – ci troveremo di fronte ad un mercato dove la competizione diventerà ancora più aggressiva. Ed è per questo che è fondamentale sfruttare i nostri ottimi risultati, la nostra posizione di forza, per continuare a pensare il futuro e mantenere la nostra leadership. La collaborazione con Kaizen Insitute è importante perché aumenta la nostra capacità di mettere in discussione quello che si fa. Non accontentarsi degli ottimi risultati di breve periodo, ma usarli per investire su tempi più lunghi. Alzare continuamente il livello e migliorare, sempre».

Andrea Cocchi

Andrea Cocchi

E il «matrimonio» fra Kaizen e Carpigiani è pronto così ad entrare nel quarto anno. Vi abbiamo già raccontato alcuni progetti: come il Syncro Corner, utile per dimezzare i tempi di consegna, o la riduzione dei tempi di assemblaggio sulla linea del montaggio del quadro elettrico. Tutti tasselli del mosaico che porta al miglioramento continuo. Non solo nelle linee di produzione. «Vogliamo portare Kaizen anche in amministrazione – conferma l’Ad – la fabbrica rimarrà il cuore del miglioramento ma vogliamo portarlo in tutti gli ambiti aziendali. C’è già un progetto che riguarda l’ufficio tecnico e stiamo già pensando anche alla gestione della domanda, ancor prima quindi della produzione. C’è sempre del lavoro da fare». Tanto che Carpigiani ha lanciato anche un progetto Kaizen per la propria filiale cinese.

Ed ecco che ritorna così la continua proiezione al prossimo passo da fare per mantenersi vincenti. Con un riconoscimento importante portato a casa, quello del Kaizen Award. «C’è grande soddisfazione per il risultato raggiunto. Rafforza la bontà del nostro operato, mettendolo a confronto con quello di altre aziende e gratifica le persone, che rimangono il vero motore del cambiamento». Non solo, c’è un altro aspetto che Cocchi sottolinea. «Siamo un’azienda con un basso turnover, abbiamo quindi dipendenti che lavorano con noi da molti anni. Persone esperte che conoscono bene il loro settore: una condizione che spesso rende magari un po’ più difficile accettare il cambiamento. Vincere il Kaizen Award ci conferma, una volta di più, di essere sulla strada giusta. E rafforza ancora il senso di team forte che c’è in azienda». Anche se, conclude l’Ad, «il premio principale per noi è vedere la soddisfazione dei nostri clienti». C’è da scommettere: Carpigiani continuerà a crescere.

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